Sviluppato a partire dal 2005, è un sistema di sicurezza della marcia dei treni di ausilio al macchinista. Fornisce il controllo della velocità massima ammessa, istante per istante, in relazione ai vincoli posti dal segnalamento, dalle caratteristiche dell’infrastruttura e dalle prestazioni del treno, sia in condizioni normali che di degrado. Il sistema è applicabile su linee non elettrificate della rete complementare e la cui velocità massima è di 150 Km/h, a semplice o doppio binario. Il sistema ha richiesto una complessa fase di sviluppo e omologazione in accordo con le attività di Verifica, Validazione e Valutazione definite dalle normative europee CENELEC applicabili in materia e fatte proprie da RFI.

Al 31 dicembre 2022 il sistema è attivo su 2.539 chilometri di linee (di cui 57 con doppio attrezzaggio SCMT-SSC).

Come funziona

Il sistema è trasparente per il macchinista, che continua ad operare con le abituali modalità di condotta. È composto da:

  • un Sotto Sistema di Terra (SST), che ha il compito di trasferire a bordo del locomotore, tramite punti informativi (realizzati con tecnologia trasmissiva con transponder a microonde di tipo “Telepass”, integrata da tecnologia a boe), le informazioni sull’aspetto del segnale (condizioni sulla libertà della via) e sulle caratteristiche della linea;
  • un Sotto Sistema di Bordo (SSB), composto da un computer che ha il compito di elaborare le informazioni acquisite dai transponder e dalle operazioni del personale di macchina, e che è in grado di comandare la frenatura di servizio o di urgenza nel caso in cui vengano superati i vincoli di marcia controllati dal sistema.

Il SSB che implementa le funzioni SSC integra sempre anche le funzioni SCMT: non è ammessa una configurazione SSB che realizzi le sole protezioni SSC.

 

rappresentazione grafica del funzionamento del sistema SSC